Un lavoro di messa a fuoco non più rinviabile a cui vogliamo dare il nostro contributo con questa e le altre iniziative che seguiranno. Perchè le riforme non rimangano idola , ma esperienze e pratiche vere. Sembra aprirsi una nuova stagione "the change" dopo un ventennio velleitario. Ma gli indici dello sviluppo italiano virano ancora in negativo e l'Europa non sembra ridestarsi dal sogno impossibile di Jean Monnet, una costruzione che proceda, naturalmente dal mercato unico all'unità politica. L'Europa per ora non cambia verso. Anzi l'Ucraina e le primavere arabe già da tempo fugaci, stanno a ricordarci che la Storia è tutt'altro che finita con la caduta del Muro di Berlino, che nuove genti e radicali emergenze globali assediano il benessere ereditato dalle generazioni passate senza che ci abbiano trasmesso la stessa cultura civile. Altro che Verybello, occorre qualcosa di ben diverso di un riflesso appannato della mitica dolce vita italiana, per rilanciare quello che fu il Made in Italy, il valore aggiunto rintracciabile nei mille luoghi della produzione di beni e scientifica di cui è ricco il Belpaese. A partire dalla conoscenza dei mercati e del quadro geopolitico in cui ci troviamo ad operare, in particolare quello euromediterraneo, per destare ancora meraviglia nel mondo con l'anima dei nostri artigiani e operai, riversata nell'eccellenza di un prodotto senza pari.